Tag
Subito dopo il bilancio pronti via coi buoni propositi.
I buon propositi vanno fino a giugno, che poi viene l’estate e il caldo e la roba si scioglie se la lasci fuori dal frigo e bisogna rifare tutto da capo.
Primo buon proposito:
Studiare la preziosissima lingua rumena. Continuare a, per essere precisi. Arrivare a giugno con le competenze necessarie per capire al primo ascolto le parole di Copilu de Aur, re del manele. Il primo che ride gli dò giù con il martello sulle dita.
Sono questi, i rumeni che conosco io. Quelli che sognano di tornare a casa da ricchi, quelli che mi chiedono quand è che cambio la macchina e mi compro una mercedes, quelli con le figlie con la gonna corta e le madri col fazzoletto in testa. Quindi questa è la musica che voglio capire, per capire un po’ di più anche loro e capire perchè continuano a arredare case che probabilmente non abiteranno prima di dieci anni mandando in patria roba trovata chissà dove a pochi soldi. Capire cosa vuol dire casa, per qualcun altro.
Poi poi poi
Evviva i clown! Darci dentro col naso rosso che se mi ci metto funziona proprio bene. Mettere le scarpe da donna e crederci ed essere lì, che il naso è una forza strepitosa ma bisogna decidere di usarlo e di far venir fuori quella meraviglia che ci molto spesso mi capita di tenere ben nascosta in borsa tra il bancomat, i fazzoletti e le chiavi.
Terzo buon proposito
Arrabbiarmi moltissimo. Ma davvero eh. Arrabbiarmi moltissimo e dirlo subito, se mi sta profondamente sul cazzo quello che succede. Smetterla con le cose buone, avanti coi pugni sul tavolo! Smettere di fare l’isterica: argomentare, accendere discussioni, alimentare confronti. E menare fortissimo.
Quarto buon proposito (questo sempre valido, dai)
Tener presente la meraviglia, in tutto questo casino di mondo.
Quinto buon proposito
Correre, baby, correre
Finiti.
Ah, no. Ce n’è un altro, adesso che ci penso.
Ma si possono fare i buoni propositi al contrario?
Cioè dire che cosa NON devo assolutamente fare?
Ecco, io NON devo ASSOLUTAMENTE traslocare, per i prossimi sei mesi. Basta, non se ne può più di scatoloni e scritte con l’Uniposca per ricordarsi i contenuti degli stessi. Basta per carità. Bello eh, cambiare la disposizione dei mobili e le cene di inaugurazione che ti portano tutti un sacco di birrette. Carino da matti, scegliere il posto per il telefono. Ma basta così, grazie.
Ma che buoni propositi loffi. Senza “cambiare il mondo” senza “perdere dieci chili” senza “viaggiare”. Oh, che ne so. Starò diventando vecchia. Starò diventando omologata. Starò diventando semplicemente una che gli tira il culo pensare che è tutto un casino e che servono dei buoni propositi per metterlo a posto.
Mi piacciono i buoni propositi, e allora? Mi piace pensare che le cose dette ad alta voce prendano corpo, prendano forza, e che queste quattro righine mi serviranno a non sputtanare le energie che ora sto mettendo in cose che mi fanno fatica ma che sento che saranno belle, tra un paio di mesi. Che vuoi. Sarà l’età. Sarà l’età che mi fa dire pronti via partiamo, ma tanto poi io son sempre io ed è inutile che metta nei buoni propositi quello di scappare con quegli animali sognanti del circo paniko. Perchè, in fondo. Io sto bene qua.